Secondo Pohier, se la teologia, scienza della fede che vuole comprendere se stessa, intende veramente essere al servizio dei credenti, come singoli e come comunità, non può rimanere estranea al tentativo degli uomini di definire la propria esperienza e conoscenza di se stessi e del proprio mondo. Diventa sempre più attuale, per la teologia, la necessità di individuare il “senso” del messaggio evangelico per l’uomo di oggi. E la psicologia e la psicoanalisi, in quanto luoghi in cui si elabora il “senso” che hanno le condotte umane, possono apportare a questa ricerca decisivi contributi.
Il credente (in questo distanziandosi dall’idolatra) sa che il linguaggio religioso è linguaggio metaforico, che allude e rimanda ad un Altro indicibile; visione per speculum et in aenigmate, parola in bilico sui versanti dell’umano e del divino, parola che invoca il trascendente, piuttosto che celebrarne l’acquisizione e il possesso. Per parte sua, lo psicoanalista sa che la “talking cure” suppone, nel paziente non meno che nell’analista, una parola che va sempre “oltre”. L’interpretazione, ad esempio, coglie il non detto del detto; apre ad un contenuto altro e nuovo rispetto a ciò che è intenzionalmente espresso, assumendolo come contenitore, come metafora…
Quando il fedele confessa il suo peccato, o dice di essere un peccatore, che cosa, propriamente, dice? Come interpretare la parola formulata nel contesto relazionale che si instaura tra il penitente e l’altro (sacerdote, Chiesa, Dio)?
I have been studying religiuos experience and conceptualisation of God in Italian teenagers for more than twenty years. I have interviewed more than 5000 subjects (aged 14-20), all of them Catholics who have received formal religious teaching at school. Using a variety of instruments, though chiefly cluster analysis of the results of a word association test, I have been able to identify five differents ways of conceptualising and structuring awareness of God in Italian adoliscents.
Un primo interrogativo mi pare debba centrarsi sulla specificità, l’ambito e i limiti dell’approccio psicoanalitico alla religione. Sotto quale punto di vista la religione, oggetto di molteplici discipline scientifiche, si fa oggetto della psicoanalisi? E qual è il metodo che tale oggetto costituisce, quali le ipotesi e le teorie che vi sono sottese e, in un certo modo lo precostituiscono, come oggetto di indagine scientifica? È appena il caso di ricordare che l’osservazione psicologica della condotta religiosa si colloca in un’ottica fenomenica e in una posizione di agnosticismo metodologico.
Siamo nel ritrovo milanese dei “Bambini di Dio, un movimento che é una delle espressioni di un certo revival religioso americano, spontaneistico e misticheggiante. In Europa si é diffuso attraverso i Paesi Anglosassoni, per l’azione di alcuni volonterosi, fervidi e miti missionari. Li puoi incontrare nelle vie delle più grandi città … considerano il “Se non ritornerete come bambini” come imperativo principale e costitutivo del seguace di Cristo.