In questo numero: Neurobiologia e Psicologia della religione (M. Aletti); www.psicologiadellareligione.it (R. Di Marzio); Centro per lo Studio della Scienza, la Società e la Cittadinanza; Letture – Psicologia della religione e… dintorni (M. Aletti); Psicologia della religione e Teoria dell’Attaccamento …
Le connotazioni del “mondo” religioso del fanciullo, rimandano ad alcune caratteristiche peculiari dello psichismo infantile ed, in particolare, sembrano accentrarsi nell’egocentrismo che é, per definizione, l’opposto di quell’apertura all’Altro che costituisce la condizione necessaria dell’incontro personale con Dio. L’interrogativo si fa quindi centrale e si pone sulla possibilità stessa per il bambino, e il fanciullo, di essere religioso. La risposta dovrà uscire da una serie di considerazioni.
In questo numero: L’uomo, il credente, la morte (M. Aletti); Religione e religiosità (N. Bobbio); Recensione di C. Alberico del volume di P. Caspani (Ed.) (2008). Liberaci dal maligno. L’esperienza del demoniaco e la riflessione teologica. Milano: Ancora; Recensione di …
A livello editoriale, il rinnovato interesse è riscontrabile dal numero di pubblicazioni che, nel titolo, accostano le parole chiave psicologia o psicoanalisi al ‘religioso’: anima, spiritualità, Chiesa, pastorale, direzione spirituale, celibato, etc. Che poi il contenuto risponda adeguatamente alle attese suscitate dal titolo è cosa non scontata. Di qui l’opportunità di una guida critica alla lettura e di una nota introduttiva. Numerosi sono i lavori che concentrano l’attenzione sulle possibilità applicative e su un uso della psicologia funzionale alla catechesi, all’educazione religiosa, o ad altri ambiti di intervento formativo rubricati sotto le diciture ‘Psicologia pastorale’, ‘Psicologia spirituale’ o simili.
Il lavoro, presentato come una ricerca interrogante e partecipe intorno al mistero “uomo” e al suo rapporto con il mistero “Dio”, si colloca in continuità con l’interesse costante mostrato dall’autore per la prospettiva dell’antropologia teologica. Il titolo esprime chiaramente la divisione in due parti del volume e preannuncia la tesi di una distinzione tra la conoscenza sull’apertura dell’uomo al divino, possibile all’antropologia filosofica, e la riflessione sull’esperienza della fede cristiana, che è basata sull’autorivelazione di Dio.
In questo numero: Psicologia della religione e psicosette (M. Aletti); «L’anima e il suo destino»: una provocazione per la psicologia e gli psicologi della religione (P. Ciotti); Questioni di metodo: Psicologia della religione e movimenti religiosi minoritari (R. Di Marzio); …
In recent years post-Freudian psychoanalysis has shifted its focus of interest from the origins of religion as a cultural phenomenon to a concentration on personal religion in the case-history of the individual. This change becomes evident when one analyzes the most recent contributions from psychoanalysts of different schools. The idea that psychoanalysis of religion can be fruitful only when it refers to a personal developmental path has gained increasing acceptance. The first benefit of this change is the possibility it allows for circumventing all arguments about the truth value of religious beliefs. To achieve this aim, many authors adopt the notion of the “illusory transitional phenomenon” introduced by Donald W.Winnicott.
In questo numero: “Cattolici” e “Laici”. Ancora barricate? (M. Aletti); Atteggiamenti verso il terrorismo: un’indagine esplorativa (L. Carissimi); Programmi dei corsi di Psicologia della religione; Recensione di G. Sorge al volume di A. Conrad Lammers & A. Cunningham (Eds) (2007). …
Le nuove prospettive derivanti dall’applicazione della Teoria dell’Attaccamento al vissuto religioso. Tale teoria, formulata originariamente da J. Bowlby alla fine degli anni Sessanta, è diventata un modello di riferimento nello studio delle relazioni umane. Uno specifico campo di applicazione è quello riferito allo studio della relazione dei credenti con la realtà divina intesa quale figura di attaccamento.
Lecuit valorizza il contributo di Vergote all’elaborazione teologica, pur senza indulgere a tentativi di piegare e ricollocare i contenuti della psicoanalisi nel disegno architettonico di una antropologia teologica già pre-costituita. Già questa attenzione mostra l’adesione dell’autore alla prospettiva epistemologica dello stesso Vergote, che tenacemente sostiene che la psicologia sarà tanto più utile alla teologia, quanto più sarà fedele ai suoi propri principi e metodi, nel cercare la verità psicologica sull’uomo; verità che, per ogni credente come per il teologo, non potrà risultare in contraddizione con la verità sull’uomo rivelata da Dio. L’apporto di Vergote alla teologia consiste principalmente nella ricerca dell’intelligenza della fede sostenuta da un’antropologia filosofica e teologica, illuminate dall’esperienza psicoanalitica.