La psicologia de la religió és una branca específica de la psicologia que investiga, amb mètodes i eines psicològiques, la religiositat entesa com la dimensió subjectiva i personal de la religió institucional. Un model genètic estructural mostra que la religiositat és una experiència psiquicorelacional, que respon a la necessitat humana de donar un sentit a l’existència, que es caracteritza pel recurs a allò Transcendent com a font de sentit últim i totalitzador, i que es concreta en diferents determinacions socioculturals i en una multiplicitat d’expressions individuals.
Le nuove forme della spiritualità e i nuovi movimenti religiosi esprimono un desiderio di libertà dalle istituzioni religiose che, a volte, esitano nella costituzione di gruppi con caratteristiche settarie e patologiche. Ci si pone il problema della comprensione a livello psicologico dei bisogni e quindi delle dinamiche espresse dai N.M.R. (Nuovi Movimenti Religiosi).
La religione è a volte vissuta come fonte di benessere psicologico, ma altre volte può essere esito, o anche causa, di formazioni psicopatologiche.
Lo psicoterapeuta, medico della psiche, non medico dell’anima, si trova frequentemente nella necessità di discriminare tra l’ambito psicologico e quello spirituale. Gli interrogativi si pongono spesso fin dal primo colloquio, nel discernimento diagnostico, nella individuazione del disturbo clinico, nella decisione se sia opportuno l’intervento terapeutico, e quale debba essere il fine della terapia stessa.
Bando e modulo di adesione – undicesimo premio Giancarlo Milanesi per una tesi di laurea in Psicologia della Religione – scadenza 31 dicembre 2023
Elenco dei Notiziari che hanno pubblicato la sintesi di alcune tesi che, avendo partecipato ai diversi bandi del Premio, hanno ricevuto il primo premio o una menzione speciale della giuria.
Nel mio intervento considero dapprima la relazione intrinseca tra i concetti della psicoanalisi, il suo procedimento terapeutico, la razionalità moderna e l’avvento della religione monoteistica. Analizzo poi l’opposizione, in Freud, tra due serie di concezioni connesse: i processi istintuali, la figura e la funzione del padre e la religione.
Este volumen quiere ser solamente un tratado de tipo introductorio y manual sobre algunos problemas relativos a la dinámica propia del fenómeno religioso, tal como son vividos en el psiquismo humano. El libro se articula en dos partes. En la primera vienen expuestas críticamente las principales interpretaciones psicológicas del fenómeno religioso. En la segunda se describen las etapas de la progresiva evolución de la religiosidad humana, desde la primera infancia a la edad adulta. Un capítulo, a modo de conclusión, intenta delinear las componentes esenciales de la madurez religiosa.
Nell’insieme delle ricerche sperimentali sulla religiosità, una parte rilevante è occupata dalle indagini sulla concezione di Dio. Si assume infatti che l’osservazione dell’insieme di caratteristiche intellettive, emotive-affettive, sociali, che confluiscono nella costruzione dell'”idea” di Dio possa delineare pressoché compiutamente l’atteggiamento religioso delle persone. Quanto alla concezione di Dio nel periodo dell’adolescenza, una delle caratteristiche più comunemente indicate dai ricercatori è la sua grande variabilità: si parla di soggettivizzazione, frammentazione, di interiorizzazione, di egomorfismo. La ricerca ha coinvolto 608 studenti delle scuole superiori di una città del Nord italia utilizzando un questionario di conoscenze religiose e un test di associazione verbale.
Il lavoro, presentato come una ricerca interrogante e partecipe intorno al mistero “uomo” e al suo rapporto con il mistero “Dio”, si colloca in continuità con l’interesse costante mostrato dall’autore per la prospettiva dell’antropologia teologica, … Il titolo esprime chiaramente la divisione in due parti del volume e preannuncia la tesi di una distinzione tra la conoscenza sull’apertura dell’uomo al divino, possibile all’antropologia filosofica, e la riflessione sull’esperienza della fede cristiana, che è basata sull’autorivelazione di Dio.”
Le ricerche sui correlati neurobiologici della religione individuale, che utilizzano strumenti sempre più raffinati e mirati, possono fornire un utile contributo alla psicologia della religione, purché si chiariscano alcune questioni metodologiche ed epistemologiche. … In particolare sembra del tutto confusivo il concetto di una “neuroteologia” e di simili costruzioni teoriche, basate sulla pretesa di una “esperienza di Dio” a livello neuronale. Secondo l’autore, strutture e processi neurali sono a-specifici (e perciò a-religiosi) e la “religiosità” di un’esperienza è data dal riferimento consapevole al trascendente da parte della persona all’interno di un determinato contesto culturale.